Un giorno forse starò bene
o forse finalmente male
un giorno forse imparerò
a guardare al male
come guarda adesso
questo frocio
quel fascista
di mio padre
– imbalsamato
intorpidito
da dodici ore di lavoro
– alla televisione.
Un giorno forse
la mia noia
mi consentirà di dire
che non provo
proprio gioia
nel vederti
lì, a sfiorire
tra le ansie
tra gli esami
tra il call-center e l’amore
tra le stelle di Brezsny
che t’illuminano il viso
mentre non puoi dormire.